Sono da sempre stato un appassionato di fantascienza. Libri, film, serie tv, saggistica, e tutto ciò che faceva riferimento al futuro, alla scienza, alla tecnologia.
La mia curiosità principale era comprendere come avremmo vissuto tra 50, 80, 100 anni.
Come avremmo lavorato, come ci saremmo spostati, cosa avremmo mangiato, tutto!
Ora che mi sembra che si stia delineando a grosse linee il futuro prossimo posso abbastanza tranquillamente affermare una cosa: NON MI PIACE!
La cosa che non mi piace maggiormente è l’abbandono dell’analogico rispetto al digitale: tutto sta diventando freddo ed immateriale.
Mille sarebbero le sfumature, più o meno grandi, riguardo a questa cosa, ma parto da quello che mi sta più a cuore: i rapporti personali.
All’inizio del secolo scorso le persone non erano mai sole. Nonostante il fatto che eravamo molti meno su questo pianeta le persone erano in un modo o in un altro sempre in compagnia di qualcuno.
Le famiglie erano molto grosse, con tanti figli. Avere figli era considerato indispensabile per avere forza lavoro, per lavorare nei campi, ed era per questo che si parlava di proletariato, che voleva dire appunto ricchezza attraverso la prole. Si viveva in quegli enormi casermoni che, purtroppo, vediamo oggi abbandonati in mezzo alle nostre campagne. La vita aveva il ritmo della natura e ci si viveva a stretto contatto.
Oggi viviamo in loculi di 30 metri quadri, spesso soli, o in coppia, e in casi eccezionali, e se sei un milionario, ti puoi permettere di avere un figlio. È per quello che il proletariato non esiste più.
Prima, oltre a casa propria, i luoghi di incontro erano decine: il bar, l’oratorio, il cortile, il parco, il mercato, la sagra o la festa di paese, la sezione del partito, il ristorante, i negozi, la biblioteca, la balera (o discoteca più attualmente).
Oggi tutto questo è pressoché vuoto perché fai tutto da casa, da solo, davanti ad un monitor.
Oramai puoi acquistare tutto su internet con un click?
E il piacere dell’acquistare? Di toccare il prodotto, vederlo, provarlo, di trattare con il venditore, conoscerlo e chiedere consigli?
Infatti i negozi stanno miseramente chiudendo.
Hai bisogno di un libro, di consultare qualcosa, avere informazioni?
Ma perché scomodarsi quando puoi accedere a qualsiasi cosa da Google?
Ma per quale motivo andare al bar quando i social hanno preso il suo posto e ci possiamo tranquillamente insultare e scannare qua sopra. Spendiamo anche meno e salvaguardiamo il fegato da alcol e caffè.
Anche se adesso non va più bene neanche questo. Si perché a scrivere ci metti troppo tempo, e poi in un modo o nell’altro ci vuole capacità anche a farlo. Adesso arriva Meta.
Anche qui tutto sarà digitale.
Ti metti un visore attaccato alla faccia e tutto diventa 3D, realtà virtuale, che pareva brutto chiamarla così, allora la chiamano “realtà aumentata”. Aumentata di cosa non si sa.
Quello che si sa è che già adesso vedevo delle persone rincoglionite a scrivere sullo smartphone anche alla guida, tra un po’ sarà pure peggio, con la loro maschera costantemente in faccia perderanno totalmente il rapporto con il proprio corpo, costantemente legati a una realtà parallela come esattamente ci aveva predetto Matrix.
Hai desiderio di un uomo o una donna? Per quale motivo perdere tempo in mille ricerche, adesso c’è Tinder, e mi raccomando, cerchiamo di tagliare con i preliminari che ho fretta.
Ma stiamo scherzando?
Tutto il bello della ricerca, dell’imbarazzo di fermare una, dell’incontro, del piacere della conquista, delle prime fasi, della prima volta, dei casini che si creano e vanno risolti, o che non si risolvono e gli amici ti danno una mano.
Insomma vivere l’amore?
Buttiamo via tutto?
Potrei andare avanti per ore a declinare nei vari aspetti della nostra vita il cambiamento analogico/digitale.
Se vi va c’è una serie che lo descrive molto bene che si chiama Black Mirror, ma va presa assieme ad un tranquillante.
Si stanno per andare a minare gli aspetti fondamentali dell’essere umano come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi, e di come ha vissuto nei milioni di anni addietro.
L’uomo da sempre è stato un animale sociale e ora lo sta diventando sempre meno.
Il piacere dell’incontro con l’altro, del contatto fisico, della relazione, stanno sparendo.
Alcuni lo chiamano trans umanesimo, stiamo diventando altro, e a me, sinceramente, non piace.
Voi che ne pensate? A voi si? Forse sto diventando vecchio? Forse.
Di una cosa sono sicuro, per quanto mi sarà permesso, e mi sarà possibile, le mie scelte saranno quelle di tornare al passato.
Tornare indietro per andare avanti nel modo migliore possibile.
It’s goіng to bе ending of mine day, except before finish I am reading this
impressive paragгaph to improve my know-how.