Il disturbo da alimentazione incontrollata, noto anche come binge eating disorder, è un disturbo del comportamento alimentare che porta chi ne è affetto a problemi di sovrappeso e obesità dovute a quelle che possono essere definite abbuffate compulsive.
Il comportamento sociale verso chi ha problemi di sovrappeso di certo non aiuta, in quanto chi è incline a dare giudizi spesso associa il problema di peso alla mancanza di volontà, o di volersi bene, nel migliore dei casi, cosa che di certo non aiuta la persona che può essere addirittura bullizzata o messa in disparte a causa del suo aspetto o comportamento. Tutto ciò non fa che peggiorare il problema.
Il disturbo da alimentazione incontrollata: cosa comporta?
Il disturbo da alimentazione incontrollata comporta queste caratteristiche: alimentarsi ben oltre la sazietà e molto voracemente, spesso da soli (a causa dell’imbarazzo); forte disagio dopo aver mangiato, come il senso di colpa; a differenza della bulimia qui non ci sono le pratiche compensatorie (vomito indotto o esercizio fisico eccessivo) dunque la persona aumenta di peso. A volte le abbuffate sono notturne: di notte l’autocontrollo diminuisce in quanto si è meno vigili.
Chi è più soggetto e i fattori aggravanti del disturbo da alimentazione incontrollata
Ci sono persone più vulnerabili a questo tipo di disturbo, in particolare chi ha sofferto di obesità infantile, chi è depresso o soffre di bassa autostima, chi da bambino ha subito abusi, minacce o commenti critici sul peso. Tutto ciò contribuisce a far sentire la persona inadeguata; inoltre, se queste violenze psicologiche sono avvenute durante l’infanzia, quando nessuno offriva al bambino la possibilità di elaborare il vissuto emotivo, questo lo farà diventare un adulto insicuro e tendente a questo tipo di disturbi alimentari in quanto vede nel cibo il mezzo per regolare le sue emozioni. Questo significa che la persona, che non ha altri mezzi per superare il suo vissuto, si sfoga con il cibo.
Tutto ciò pesa molto sui rapporti sociali, portando ad emarginazione, bullismo, cose che di certo non aiutano la persona a venirne fuori. Purtroppo, la società moderna di certo non aiuta: la cultura del bello e la divulgazione social media del “culto della magrezza” portano ad un maggior senso di inadeguatezza di chi ne soffre, rendendo ancora più difficile uscirne.
Però, non è impossibile rompere questa routine: una maggior consapevolezza emotiva e del proprio corpo, nel caso sostenuta da un aiuto professionale, può contribuire a rompere questo ciclo: sono le emozioni negative il preludio all’abbuffata; dunque, lavorando su queste sarà possibile superare il problema. Attenzione: non iniziate subito con la dieta, in quanto la restrizione alimentare per la perdita del peso induce ad una preoccupazione, che a sua volta conduce alle abbuffate compulsive. La dieta dovrà avvenire in un secondo momento, quando la persona ha raggiunto la consapevolezza.