perdono

Il Perdono

La Saggia Arte del Perdono

A proposito del Perdono Sant’Agostino diceva:

“Odiare è come bere veleno sperando che l’altro muoia”

So perfettamente che non è facile.

Anche a te sarà capitato, immagino, di essere ferocemente arrabbiato con una persona e di avere dato il peggio di te scatenando la tua ira nei suoi confronti.

Oppure non ti sei subito scagliato contro di lui o lei, ma hai covato dentro di te stati d’animo negativi e pesanti o hai avuto pensieri di cui, a posteriori, ti sei vergognato.

Ma forse è possibile che tu abbia fatto anche di peggio, perché a tuo avviso quell’individuo aveva fatto una cosa troppo grossa, ed era giusto cancellarlo dalla tua esistenza.

Così facendo hai rotto rapporti con amici, familiari, mariti, mogli, colleghi, nutrendo in te quell’ira per giorni, mesi, anni, non rendendoti conto che la persona alla quale veramente stavi facendo del male era te stesso!

So di persone che non parlano con i loro genitori da venti anni!

Per non parlare di tutti quei deliri che sentiamo quotidianamente nei notiziari di violenze in famiglia e non.

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Il Perdono: COSA ACCADE.

Le reazioni delle persone in genere sono di 2 tipi:

1. L’adulto

La componente al tuo interno dove risiedono le regole di comportamento parte alla riscossa e invade l’altrui spazio per risolvere l’ingiustizia scatenando la battaglia.

2. Il bimbo interiore

La tua parte bambina si spaventa e non reagisce.

Dipende dal tuo tipo di personalità.

Nel primo caso si tratta di una persona più sanguigna predisposta ad attaccare.

Nella seconda reazione si attiva il bimbo interiore.

Infatti il suo desiderio di amore gli impone di fare il “bravo” perché solo così avrà l’amore della madre e quindi si garantirà la sopravvivenza.

Il Perdono: MA PERCHE' QUESTO AVVIENE?

Partirà sicuramente la classica frase:

”Me l’ha fatta troppo grossa, non posso perdonarlo!”

Te la vai a prendere con il l’esterno come se l’altro, o il mondo, avesse colpa di ciò che ti è accaduto.

Ti devi prendere la responsabilità della tua rabbia, perché tutto ciò che ti circonda non è tenuto a prenderti in considerazione prima di agire.

Semmai quella situazione, quel modo di fare, quella modalità, quell’atteggiamento che ti ha tanto infastidito potrebbe essere di uso comune in quell’ambiente e presente da migliaia di anni.

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Per fare degli esempi nel Togo praticano la mutilazione dei genitali femminili per il 90%.

In molte parti del mondo esiste la pena di morte in varie forme, dalla più feroce alla più compassionevole.

Alcune popolazioni praticano ancora sacrifici di animali tra atroci sofferenze, tra cui il cannibalismo.

In Afghanistan e in Pakistan la presenza del Burqa è ancora molto diffusa.

Per non parlare di comportamenti che potremmo ritenere bizzarri a tavola come mangiare con le mani o ruttare per dimostrare che hanno apprezzato il cibo.

Ma potrei andare avanti ancora con molti altri esempi, tra i più pesanti ai più leggeri, di comportamenti o attività che per un europeo, e in particolare per un italiano, sono totalmente fuori dal mondo.

Ma sono il LORO modo di vedere il mondo, presente da sempre e poco o nulla ci puoi fare.

Lo stesso avviene per le persone.

Chi ti ha fatto uno “sgarro” probabilmente non ne è neanche consapevole, per lui quella cosa all’interno della sua “mappa” (ciò che per lui è il mondo) è più che normale e lecita.

Passa la teoria del “io ho ragione” quindi sei arrabbiato.

Una rabbia spesso copre un dolore e gonfiandosi annebbia l’intelligenza.

Un bambino rientra stracciato e piangente a casa e la mamma chiede cosa abbia fatto.

Gli dice di essere caduto dal grosso albero che sta di fronte a casa loro.
La mamma esce fuori arrabbiatissima e comincia a dare dei calci all’albero, e invita anche il piccolo a fare la stessa cosa.

Il bambino inizialmente lo fa, ma poi capisce che non ha senso, e smette anche di piangere.

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Mi piace molto questa storia perché ci comportiamo davvero così.

Piuttosto di prenderti la responsabilità dei tuoi errori o del tuo stato d’animo te la prendi con qualsiasi cosa.

A volte fai fatica a perdonare per ciò che ti accade, ma il mondo ha le sue regole e le persone le loro, non le tue.

È come se volessi “aggiustare” tutto ciò che non è come te e come novelli Donchisciotte combattere a pro di nulla distruggendoti la vita.

Dipende dal loro vissuto, dalla loro “mappa” come si diceva prima.

E’ come se uno fosse a Londra e cerca di girare con la mappa di Roma.

L’unica cosa che puoi fare è comprendere che mappa ha l’altro e guidarlo con quella.

Senza giudicarlo, senza condannarlo e soprattutto senza dirgli che ha una mappa sbagliata.

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Questa serie di concetti sono fondamentali.

Lo so che istintivamente ci verrebbe da dire:

Ma cosa stai dicendo?

Ma cosa stai facendo?

Questo è il modo giusto, non il tuo!

Ecco, questo è il modo migliore per:

1_ Fare sentire la persona sbagliata.

2_ Farla arrabbiare e alimentare il conflitto.

3_ Farla rinchiudere in se in una fase dove avremmo bisogno di apertura e dialogo.

4_ Creare risentimento e
rovinare il rapporto.

Frena i tuoi bassi istinti e accedi alle parti nobili del tuo cervello definita come corteccia prefrontale.

Il Perdono: CHE FARE QUINDI?

Devi fare 2 cose relativamente semplici:

FARE DOMANDE e ASCOLTARE.

Devi essere mosso da queste domande interiori:

“Perché questa persona sta dicendo o facendo questo?”

“Che altro punto di vista ci potrebbe essere riguardo questo comportamento?”

“Cosa non ho capito di ciò che è avvenuto?”

“Cosa ci può essere di buono in questo modo di fare o essere?”

“Cosa posso imparare da lui/lei?”

“Come possono unirsi il mio mondo e il suo mondo in modo fruttuoso per entrambi?”

Questo solo per darti qualche suggerimento, ma molti altre potrebbero essere le modalità di approccio al problema.

Lascio a te la scelta relativamente alla situazione, alla persona, all’avvenimento.

Spero che il tipo di approccio sia chiaro.

domande

E' NEL TUO SPAZIO O NO?

Altro concetto importante da tenere in considerazione: ciò che è accaduto è nel suo “spazio” oppure no?

Ovvero, quell’evento che ti ha fatto infuriare è stato provocato intenzionalmente da quella persona o è stato un incidente?

Hai fatto questa domanda o ti sei subito scagliato sul malcapitato?

Se è stato un incidente direi che perdonarlo sarà più semplice, se non lo è stato dovrai applicare la tecnica di cui abbiamo parlato prima.

A volte ti può capitare anche di essere arrabbiato con te stesso, il classico senso di colpa, oppure addirittura arrabbiato con Dio per ciò che ti è successo.

Il tipo di approccio non cambia: ciò che è accaduto è nel tuo “spazio” oppure no?

Se non lo è perché distruggersi la vita.

Se lo è chiediti perché lo hai fatto, analizziamo ciò che è avvenuto, che tipo di boicottaggi sono eventualmente partiti.

Se non riesci a comprendere il perché affidati ad esperti che ti possano chiarire la situazione.

Rimanere arrabbiati non è mai vantaggioso.

Ci vuole stabilità come “sasso o albero” come dicono i filosofi orientali, e non venire sballottati di qui e di la dagli eventi.

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Esempio:

VENGO INSULTATO

1. Interpreto e analizzo.

2. Calmo la parte bambina ed evito che l’adulto ferito parta alla crociata invadendo lo spazio dell’altro.

3. Mi metto nei panni dell’altro cercando di comprenderne la mappa.

Per prima cosa devi arrivare a comprendere che sei arrabbiato.

Come abbiamo detto questo avviene perché qualcuno ha violato le tue regole, i tuoi valori.

Le mosse da mettere subito in campo sono fondamentalmente 3:

SCARICARE

attraverso la fisiologia, cambia la respirazione, sfogo, sport, ecc….

ESPRIMERE

una volta che l’animosità è scesa cercate il dialogo

CAPIRE LA MAPPA DELL’ALTRO

cerca di capire perché è avvenuto il fatto

COME COMPORTARCI

SCARICARE

Fino a che non hai scaricato la rabbia non conviene cercare il confronto.

Lo stato di agitazione non ti consentirebbe di essere lucido ed efficace e non ti daresti il tempo di analizzare ciò che è accaduto effettivamente.

I metodi per abbassare lo stato di inquietudine sono sempre i soliti: sport, camminate, respirazione, e tutto ciò che puoi ritenere utile a secondo della tua esperienza.

VALUTARE

Cosa per te è veramente importante di ciò che è accaduto.

L’altro poteva comportarsi diversamente?

Ha un’altra mappa?

Ha compreso ciò che ha fatto?

Lo ha fatto apposta o per lui è normale così?

PROVARE

Compassione perché probabilmente se io sto male anche lui sta male come me.

Per maggiori dettagli su COME sviluppare questi punti ti invito a leggere la lezione sulla RABBIA.

una volta che l’animosità è scesa cercare il dialogo

CAPIRE LA MAPPA DELL’ALTRO

cerca di capire perché è avvenuto il fatto

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PERDONARE

TE STESSO

Quanto può essere doloroso sentirsi colpevoli di qualcosa e semmai portare avanti questo sentimento per anni e a volte per una vita intera.

L’ALTRO

Vivere ne risentimento influisce sulla qualità della tua vita.

ATTENDERE CHE L’ALTRO TI PERDONI

Può capitare che sia l’altro che deve fare quel passo in più.

Dovrai avere pazienza e fiducia, senza forzare il cambiamento se la persona non è pronta, ma essere sempre attento ad accoglierla a braccia aperte se dovesse accadere.

DIO

E’ possibile che possa essere accaduto un lutto, un incidente, un fatto che ti ha particolarmente colpito.

Sei arrabbiato e scosso per ciò che è avvenuto, ma probabilmente stai parlando di un fatto totalmente al di fuori del tuo controllo e spazio.

Che senso ha soffrire ancora.

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IDEE CHE CI POSSONO AIUTARE

PRIMO

RICORDIAMOCI SEMPRE CHE IL COMPORTAMENTO NON E’ LA PERSONA.

Questo devi sempre tenerlo a mente.

La persona non è mai SBAGLIATA, ma ha avuto un comportamento SBAGLIATO.

Poi potrai analizzare con calma ciò che è accaduto, ma tieni presente questa cosa.

SECONDO

Sistemare situazioni, rinsaldare rapporti, aggiustare, modificare, creare sinergie, può essere veramente un dispendio di risorse ed energie notevole, e a volte dovrai effettuare una scelta.

NON CI TENGO = Lascio stare.

Per mille ragioni non ho intenzione di collaborare, vivere, instaurare rapporti con quella persona, e quindi semplicemente lascio stare.

CI TENGO = Faccio tutto ciò che è nel mio spazio per risolvere prendendomi la responsabilità di fare questo.

Lascio stare tutto ciò che non è nel mio spazio.

Non è semplice e a volte ci vuole anche molto tempo.

Questo può accadere anche nella risoluzione di un lutto.

TERZO

Concetto del “cerchio”.

Viene definito “cerchio” tutto ciò che ti determina come persona: sogni, desideri, passioni, regole, principi, valori, ecc…

Rimani concentrato sul tuo cerchio.

Questo ti farà stare bene sotto tutti i punti di vista.

Più rimani concentrato sui cerchi altrui e a tutti i costi cerchi di “aggiustarli” più vivrai e starai male.

Questa cosa spesso accade per coloro che frequentemente cercano il controllo dell’ambiente circostante e delle altre persone.

Utile esercizio per costoro è quello di fare qualcosa tutti i giorni al di fuori dei loro schemi e dalle regole (zona di comfort).

QUARTO

Perdonare può essere un grande dono che fai a te stesso.

Allenare il tuo approccio al mondo in modo più COMPASSIONEVOLE sarebbe l’atteggiamento ideale.

QUINTO

A proposito del concetto di mappa ho sentito la storia di due fratelli gemelli con una famiglia disastrata.

Le continue liti familiari, la violenza sui minori e le storie di droga avevano portato i due genitori ad entrare ed uscire ripetutamente dalla galera.

Uno è diventato un delinquente e l’altro un ricco filantropo.

Entrambe intervistati hanno risposto con la stessa frase sul perché fossero oggi ciò che sono:

“Non avremmo potuto essere altro con la famiglia che abbiamo avuto!”.

Dipende sempre come tu vedi le cose e ti comporterai di conseguenza.

Il Perdono: conclusioni.

Abbiamo visto in questo lungo articolo quanto il processo del Perdono può essere un processo lungo e doloroso e ben sappiamo il male che provoca.

Come sempre si tratta di migliorare il livello e la qualità della nostra vita e per far si che questa cosa accada deve partire da un primo passo.

Forse oggi è il giorno per farlo e cambiare pagina.

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