Perché non riesco a raggiungere i miei obiettivi?
“Come mai ogni volta che definisco un obiettivo ho grande difficoltà a raggiungerlo o addirittura mi sfugge regolarmente?”
Oppure
“In genere sono bravo a raggiungere i miei obiettivi, ma c’è ne uno a cui tengo particolarmente che mi sfugge ad un passo dal suo raggiungimento!”
Probabilmente in questi anni hai cercato di raggiungere uno o più obiettivi e le cose non sono andate esattamente come ti aspettavi.
Alla fine di questo articolo capirai perché questa cosa è accaduta.
Voglio iniziare questo articolo con una famosa frase di Albert Einstein che trovo assolutamente favolosa al punto che l’ho messa nella home page di questo blog:
“Non possiamo risolvere i problemi che abbiamo oggi allo stesso livello di pensiero che li ha generati”
Questo frase e la soluzione al nostro perché.
Vi spoliero solo una cosa, dice LIVELLI DI PENSIERO e non LIVELLI DI CONOSCENZA.
Vedremo poi perché.
Comunque analizziamola bene e applichiamola ai nostri scopi.
Possiamo dire che in questo momento sei in una situazione che possiamo battezzare come punto A e vuoi raggiungere i tuoi scopi che possiamo battezzare come punto B.
Le persone si comportano in 3 modi quando sono in questa situazione.
Il primo, che e anche il più diffuso, che potremmo definire come PASSIVO.
Sono quelli che si rendono conto che per andare da A a B ci vuole troppo tempo, troppa fatica e il solo pensiero di iniziare li mette a disagio.
Oppure partono, ma con una bassissima convinzione di potercela fare e dopo poco mollano.
Le statistiche ci dicono che in questa fase le persone mollano il loro propositi tra i 5 e i 7 giorni.
Praticamente non sono nemmeno partiti.
Sono quelli che se si lamentano, ma non fanno nulla per cambiare.
Sono quelli che se la raccontano e si dicono: “Qui in fondo non sto poi cosi male, so che se sto qui sopravvivo, la e bello, mi piacerebbe, ma non so cosa succederebbe!”
E io aggiungo: “E non lo saprai mai!”
E allora si vivacchia in un lavoro che non ci piace per una vita, si rimane bloccati in un rapporto di coppia che non ci soddisfa, e mille altri potrebbero essere gli esempi.
Vi e capitato questo?
Eccoci al secondo modo che potremmo definire VORREI MA NON RIESCO.
Diciamo che sono quelli convintissimi, cominciano a prendete tutte le informazioni necessarie per il loro percorso di crescita, leggono libri, fanno corsi, stage, ma quello che regolarmente accade e che quando stanno per raggiunge la tanto agoniata meta e stanno per fare il salto di qualità accade qualcosa che gli manda a monte tutto.
Può essere qualcosa sia di interno, cioè provocato dalla stessa persona, quindi un sabotaggio, che esterno, provocato da altri, ma questa cosa si ripete con regolarità costante.
Un destino? Forse.
E chiaro che dopo un po’ ci si stufa e si abbandona frustrati.
Vi e capitato questo?
Ed eccoci al terzo modo che potremmo definire VOGLIO, RIESCO, MA MI SFUGGE.
Come sopra.
Fanno di tutto per raggiungerlo e dopo tanto studio, fatica, investimenti, finalmente lo raggiungono. Ma dopo poco non riescono a mantenere questo nuovo status.
Per mille ragioni ciò che hanno appena conquistato davanti a loro lentamente svanisce a volte fino a tornare indietro fino al punto di partenza o addirittura peggio.
Quello che e successo e che hanno raggiunto il loro obiettivo solo intellettualmente, con la testa, senza in realtà modificare se stessi al punto di riuscire a reggere quel nuovo livello.
Vi faccio un esempio per descrivervi ciò che intendo.
Avete presente quelle persone che vincono 10 milioni al superenalotto?
Voi direte: “Persone fortunate!”
Piccolo problema che le statistiche ci dicono che quasi tutti finiscono in condizioni economiche molto peggiori di quelle iniziali. Il loro problema e che loro hanno VINTO 10 milioni di euro, ma non VALEVANO 10 milioni di euro.
Non avevano la minima idea di cosa volesse dire gestire, investire, programmare la propria vita con una cifra del genere, ma soprattutto il carico emotivo che comportava questa cosa.
La loro identità non era strutturata per potere fare questo.
Può essere quel manager che per una vita sogna di diventare direttore generale, ci riesce e poi e devastato dallo stress.
Oppure quel giocatore di calcio che sogna per tutta la vita di vincere i mondiali e poi nella finale sbaglia il calcio di rigore definitivo.
Baggio sei ancora nei nostri cuori.
Come vedete gli esempi possono essere veramente tanti.
Vi e capitato questo?
Ecco vedete come torna chiaramente la frase di Einstein iniziale: quello che conta e il livello di pensiero, la nostra nuova identità, un nuovo status, un nuovo “noi stessi” che ci consentirà di arrivare a B e mantenerlo con serenità.
Raggiungere i propri obiettivi NON E UN ATTO INTELLETTUALE come molti credono, o perlomeno non solo.
Certo, se vogliamo prendere una laurea le cose le dobbiamo sapere, ma il voto che prenderemo sarà direttamente proporzionale a COME esporremo davanti alla commissione.
Come gestiremo le nostre emozioni, come gestiremo il non verbale e paraverbale.
Quanto ci percepiranno come sicuri di noi stessi, in modo direttamente proporzionale ci percepiranno come preparati e quindi i voti saranno alti e passeremo l’esame.
Ecco quindi anche che tornano le mie due specialità.
Il lavoro dell’attore e proprio quello con il proprio corpo di trasmettere emozioni che sono la benzina della comunicazione, e la coaching con tutti gli strumenti del cambiamento che porta con se.
La coaching e proprio su quello che lavora: individuare il punto A, strutturare il percorso per il punto B e andare ad elaborare un nuovo “se stessi” che possa arrivare a centrarlo in meno tempo e in modo più efficace, senza dimenticarsi di dare strumenti anche per gestire la nuova identità acquisita.
Ora tocca a voi.
Potrete trovare molti di questi strumenti sul blog, potete lasciare commenti agli articoli, alle pagine e se non riuscite a trovare ciò che desiderate potete contattarmi.
Un abbraccio a tutti voi e buona vita.
Il bello di essere ragazzi e che siamo spensierati e ci basterebbe entrare ogni tanto nel mondo virtuale dei videogiochi per distrarci. E meno male che si puo connettere con gli amici e i cugini, cosi anche se lontani, siamo vicini. io non ho perso la fiducia e la speranza di tornare alla normalita, perche viviamo in un Paese all’avanguardia, con le istituzioni sanitarie tra le migliori d’Europa e non possiamo tralasciare il fatto che siamo nel 2020, era digitale. Non potremmo mai temere la morte come la temettero gli italiani ai tempi di Renzo e Lucia. Credo che la tecnologia, sempre piu sofisticata, unita alle competenze dei nostri scienziati e dei nostri biologi siano la nostra salvezza. Non voglio mentire a nessuno, nemmeno a te, amico mio. Io ho molta paura del virus, tutta la mia famiglia ce l’ha. Io e i miei fratelli siamo a casa da scuola da due settimane e si restera fuori dalle aule ancora per molto, mia mamma e a casa dal lavoro e mio papa va a lavorare tutti i giorni con una mascherina.